Il lancio dei nuovi ETF crypto legati a Ripple’s XRP e Dogecoin (DOGE) ha subito dei ritardi, mettendo in luce le difficoltà che affrontano gli asset digitali al di fuori di Bitcoin (BTC) e Ethereum (ETH).
Sebbene entrambi i fondi fossero attesi come traguardi importanti per le rispettive comunità, la gestione da parte della U.S. Securities and Exchange Commission (SEC) evidenzia la distanza tra prodotti sperimentali e gli ETF spot su BTC ed ETH, già negoziati nel paese.
La SEC proroga le scadenze per l’ETF su XRP mentre il fondo DOGE subisce un breve ritardo
Il 10 settembre, la SEC ha esteso la revisione del Franklin XRP ETF, spostando la scadenza della decisione finale dal 15 settembre al 14 novembre 2025. L’ente regolatore ha citato la necessità di più tempo per valutare i commenti e i potenziali rischi.
Si tratta della seconda proroga da quando il prodotto è stato presentato per la prima volta a marzo, lasciando 15 domande di ETF su XRP in sospeso. Tuttavia, nonostante il ritardo, i scommettitori su Polymarket attribuiscono oltre il 90% di probabilità di approvazione entro la fine dell’anno, suggerendo che gli investitori sono ancora fiduciosi che Ripple otterrà il proprio ETF prima della fine del 2025.
Mentre XRP attende chiarezza, l’attenzione si è spostata su Dogecoin. Secondo l’analista ETF di Bloomberg Eric Balchunas, il Rex-Osprey DOGE ETF (DOJE), inizialmente previsto per il lancio il 12 settembre, è ora programmato per il debutto a metà della prossima settimana, probabilmente il 18 settembre.
Dati recenti di Santiment mostrano che le whale stanno accumulando la OG meme coin in previsione dell’ETF, con i wallet che detengono tra uno e dieci milioni di DOGE che hanno raggiunto il massimo degli ultimi quattro anni.
Strutture diverse, risultati diversi
L’approccio della SEC mette in evidenza una divisione chiave su come gli ETF crypto arrivano sul mercato. Ad esempio, gli ETF spot su Bitcoin ed Ethereum sono organizzati come grantor trust secondo il Securities Act del 1933. Questo quadro normativo del ‘33 Act è ora lo standard del settore per i prodotti crypto fisicamente garantiti, ma comporta un lungo processo di revisione che include un periodo formale di commenti.
Nel frattempo, secondo l’esperto del settore James Seyffart, il prodotto su Dogecoin è strutturato secondo l’Investment Company Act del 1940, consentendogli di utilizzare un quadro unico come Registered Investment Company (RIC), diverso dall’impostazione standard utilizzata dagli ETF crypto più consolidati.
La sua strategia prevede l’esposizione al mercato spot tramite una controllata nelle Isole Cayman, un’innovazione legale progettata per aggirare i vincoli normativi. Questo assetto alternativo può consentire tempi di ingresso sul mercato più rapidi e meccanismi operativi diversi, come la possibilità di detenere derivati insieme ad asset spot.
L’arbitraggio regolamentare spiega perché un fondo su Dogecoin, un asset originariamente creato come scherzo, potrebbe essere negoziato negli Stati Uniti prima di uno su XRP, che invece vanta un ecosistema più sviluppato e precedenti legali.
