Bitcoin sopra i 120.000$: ecco i 3 dati chiave che i rialzisti devono monitorare prossimamente
Il prezzo di Bitcoin è tornato sopra i $120.000 e il mercato ora dispone di dati chiari da analizzare invece che semplici sensazioni.
Lo spot ha superato il livello chiave dei $120.000 il 2 ottobre con una chiusura vicino a $120.606 dopo un rialzo del +5,5% dal 29 settembre, e oggi mantiene questo livello anche con una leggera correzione. L'impennata del prezzo spot non è un evento isolato.
Gli ETF su Bitcoin hanno registrato due giorni consecutivi di forti creazioni nette, circa $676 milioni il 1° ottobre e $627 milioni il 2 ottobre, subito dopo un periodo turbolento di deflussi intorno al 25–26 settembre.
Allo stesso tempo, futures e opzioni sono rimbalzati rapidamente a ottobre: l’open interest sui futures BTC è salito da $77,22 miliardi il 29 settembre a $88,52 miliardi il 3 ottobre, mentre l’open interest sulle opzioni è passato da $41,58 miliardi a $52,06 miliardi. Anche i volumi hanno seguito questa tendenza, con il turnover dei futures che è balzato da $48,59 miliardi il 29 settembre a $111,22 miliardi il 2 ottobre, e l’attività sugli exchange è aumentata a metà settimana.
Questa combinazione di domanda spot tramite creazioni, nuova esposizione ai derivati e forti volumi prepara il terreno per ulteriori rialzi nel Q4.
La correzione sugli ETF di fine settembre è importante perché ha resettato le posizioni e poi si è rapidamente trasformata in creazioni. Quando si registrano due giorni consecutivi con afflussi netti superiori a $600 milioni, il mercato primario assorbe monete e costringe i partecipanti autorizzati a reperire BTC.
Questo restringimento si riflette sul prezzo più rapidamente che sui titoli dei giornali. Modifica anche la liquidità intraday: gli spread generalmente si comprimono quando le creazioni sono attive e l’arbitraggio torna a essere bidirezionale.
Se il flusso rimane positivo anche la prossima settimana, il mercato spot non avrà bisogno di “eroismi” dai perpetual per mantenere i $120.000; basterà che la macchina delle creazioni continui a lavorare.
L’aumento dell’open interest sui futures nello stesso periodo non è dovuto solo alla chiusura degli short, poiché l’open interest non aumenta di +$11,3 miliardi in quattro sessioni senza nuove posizioni. Se si abbina questo dato al picco di volume (due giorni consecutivi sopra i $100 miliardi il 2 e 3 ottobre su tutte le piattaforme), si ottiene il classico scenario di “aggiunta di rischio in fase di forza”.
Le opzioni raccontano la stessa storia: +$10,5 miliardi di open interest dal 29 settembre spingono i dealer verso bande di copertura più ampie, il che può attenuare le oscillazioni intraday intorno agli strike chiave e, a seconda della distribuzione, ancorare il prezzo vicino alle aree ad alta gamma. Se tra $120.000 e $122.000 si accumula open interest anche la prossima settimana, aspettatevi movimenti di prezzo più “appiccicosi” quando il mercato si avvicina a quei livelli, finché un nuovo blocco di call o put non libera la strada.
Il funding è la terza gamba, e l’ultima settimana mostra un chiaro ribaltamento dei premi. Il funding dei perpetual è stato negativo il 27–28 settembre (-0,12% e -0,07% giornaliero), poi è diventato positivo e si è accelerato a ottobre: +0,20% il 29 settembre, +0,63% il 30 settembre, +0,38% il 1° ottobre, con un picco di +0,79% il 2 ottobre e mantenendo un alto +0,67% il 3 ottobre.
La media a 7 giorni si attesta intorno a +0,35% al giorno, ma le ultime tre rilevazioni hanno una media molto più alta di +0,61%.
Combinato con l’aumento di +$11,3 miliardi dell’open interest sui futures, significa che i long stanno pagando di più e la leva finanziaria si sta accumulando. Questo è positivo finché le creazioni degli ETF continuano ad assorbire monete e il basis spot-futures si allarga in modo ordinato.
Se le creazioni rallentano mentre il funding resta così elevato, il carry diventa una tassa per i long, che diventano vulnerabili a una rapida inversione verso la media o a una pulizia delle posizioni. Se le creazioni restano positive, il mercato può assorbire questi livelli di funding senza forzare uno squeeze.
Quindi, cosa conta davvero per il prezzo da qui in avanti?
Primo, gli ETF. I deflussi di fine settembre hanno mostrato distribuzione, mentre l’inversione del 1° ottobre ha evidenziato il ritorno di una nuova domanda. Se i totali giornalieri si mantengono nella fascia $200–400 milioni, i $120.000 dovrebbero fungere più spesso da supporto che da resistenza.
Secondo, il basis spot–futures. L’aumento dell’open interest sui futures insieme alla forza dello spot è costruttivo finché il basis non si affolla. Un basis che si allarga gradualmente alimenta rialzi ordinati; un basis che si impenna mentre il flusso degli ETF si raffredda è un segnale che il carry è sovra-posseduto.
Terzo, il posizionamento sulle opzioni verso metà ottobre. Il mercato ha appena ricostruito oltre $10 miliardi di open interest in pochi giorni; se questa concentrazione si stabilizza intorno a una fascia di strike ristretta, aspettatevi più movimenti di prezzo “magnetici” e bassa volatilità realizzata finché un catalizzatore non rompe l’ancoraggio.
Se tenete d’occhio questi tre indicatori, avrete una lettura chiara della struttura di mercato per il Q4. Le creazioni vi dicono se monete reali stanno lasciando il mercato aperto. L’open interest e il basis dei futures vi dicono quanta leva si sta accumulando e quanto è stabile. L’open interest delle opzioni e la gamma dei dealer vi dicono dove gli intervalli intraday si restringono o si rompono.
Al momento, la lettura è costruttiva: il prezzo ha riconquistato i $120.000 con creazioni ETF consecutive, il rischio sui futures è stato aggiunto invece che ridotto, e la profondità delle opzioni si sta rafforzando. Se il funding resta ordinato e le creazioni nette non si arrestano, i ribassi verso i bassi $120.000 dovrebbero attirare acquirenti.
Se le creazioni si fermano mentre il funding sale e i gap di basis si allargano, aspettatevi un mercato più volatile e una più rapida inversione verso la media. Il Q4 inizia con il quadro orientato al rialzo, ma gli indicatori da monitorare sono le creazioni, il basis e le bande delle opzioni che ora avvolgono i $120.000.
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