Criptovalute: perché la paura persiste nonostante la tregua sui dazi tra USA e Cina

Nell'universo crypto, la memoria è tenace. L'11 ottobre ha lasciato il segno: 19 miliardi di dollari svaniti in poche ore. Da allora, anche i segnali positivi fanno fatica a risvegliare i mercati. Donald Trump e Xi Jinping cercano di fare i pompieri con una grande tregua tariffaria. Ma in questo campo, il loro potenziale esplosivo è troppo noto. I trader restano cauti, ancora senza fiato.

Ottobre rosso: quando la memoria dei crolli paralizza il mercato

Certe date si imprimono nella mente come ustioni. L'11 ottobre 2025, Donald Trump ha minacciato di sovratassare la Cina al 100%. Il mercato crypto ha incassato il colpo: 19 miliardi liquidati in 24 ore.

Da allora, il Crypto Fear & Greed index resta congelato. Sale lentamente da 33 a 37, ma la paura domina ancora. Bitcoin oscilla intorno ai 110.000 dollari, Ether intorno ai 3.900 dollari. Nulla di rassicurante.

Per alcuni, come Michael van de Poppe, questo tipo di crollo rappresenta un pavimento. Eppure gli investitori restano difensivi. La fiducia è erosa, le altcoin arrancano. La resilienza arretra. Anche con un clima più calmo, nessuno sale sul treno del bull run. Troppo presto, troppo rischioso.

Tregua Trump-Xi: promesse abbondano, dubbi riempiono le menti

L'accordo firmato tra Donald Trump e Xi Jinping sembra una svolta: rimozione delle misure contro i metalli rari, acquisti massicci di soia americana, sospensione dei controlli su settori chiave. Sulla carta, questo dovrebbe rilanciare l'economia globale e l'industria crypto.

Ma gli operatori crypto non si fanno illusioni. Sanno che questi accordi possono talvolta essere solo apparenza. La loro fiducia si misura sui fatti. Ogni tweet, ogni svolta politica può distruggere ciò che è stato costruito.

Su X, Ash Crypto parla di una prospettiva “bullish” per i mercati. Al contrario, altri osservatori notano che i grandi annunci non bastano. L'esperienza ha mostrato che la stabilità è fragile. In realtà, il mercato crypto resta prudente. Al minimo errore, l'accordo potrebbe tornare ad essere un'arma a doppio taglio.

Crypto ancora cauta: perché la ripresa non è (ancora) partita

La volatilità è una costante per il mercato crypto, ma dalla serie nera FTX–Covid–ottobre, gli investitori agiscono con cautela. La tregua tariffaria USA-Cina avrebbe potuto portare nuovo slancio. Eppure pochi la vedono come un impulso duraturo.

Solana, Chainlink e pochi altri crescono timidamente. I volumi migliorano. Ma nel complesso, domina la diffidenza. I segnali tecnici dicono “perché no”, l'istinto dei trader risponde “non ancora”.

La prova? Le reazioni su X oscillano tra euforia simulata e scetticismo dichiarato. Tutti ricordano che i protagonisti di questo accordo sono gli stessi che, solo ieri, hanno scosso i mercati con le sanzioni.

Cinque fatti da ricordare sulla tregua Trump-Xi e il suo effetto sulle crypto

• L'11 ottobre 2025, 19 miliardi di dollari sono stati liquidati in 24 ore nel settore crypto;
• L'indice Fear & Greed resta bloccato tra 33 e 37 nonostante gli annunci;
• La Cina acquisterà 25 milioni di tonnellate di soia USA/anno fino al 2028;
• Le esportazioni di metalli rari verso gli USA sono nuovamente autorizzate;
• Il prezzo di bitcoin e quello di Ether non sono esplosi nonostante l'accordo di Seoul.

Ottobre certamente non ha dato tregua a Bitcoin. Il tanto atteso “Uptober” si è trasformato in un mese nero. Resta da vedere se novembre prenderà il testimone, con una memoria meno acuta e dinamiche finalmente avviate.