Sebbene inizialmente relegato al regno di pochi eletti, il trading di metalli preziosi, in particolare dell'Uranio, è ufficialmente entrato nel mainstream. In questo senso, il lancio del lending xU3O8 di Uranium.io su Oku consente ora agli investitori che possiedono il primo asset fisico di uranio tokenizzato al mondo di utilizzare le proprie partecipazioni come garanzia per ottenere prestiti (sotto forma di USDC, una stablecoin supportata da Circle).
In merito a questo sviluppo, Ben Elvidge, responsabile prodotto per Uranium.io e capo delle applicazioni commerciali presso Trilitech (l'hub R&D di Tezos con sede a Londra), ritiene che l'integrazione sia di enorme importanza poiché rappresenta il primo passo significativo nella maturazione del mercato dell'Uranio, aggiungendo: “Stiamo portando le capacità di lending DeFi a una commodity che storicamente è stata intrappolata in mercati OTC opachi con opzioni di liquidità limitate.”
Le sue parole risultano particolarmente vere, poiché per decenni il trading di Uranio ha operato principalmente tramite transazioni over-the-counter (OTC), tutte gestite da operatori istituzionali e addetti ai lavori con una trasparenza minima (per quanto riguarda i prezzi o l'accessibilità per gli investitori comuni).
Detto ciò, l'infrastruttura che supporta questa ultima iniziativa prevede l'utilizzo di Etherlink, un layer compatibile EVM su Tezos, che funge da backbone on-chain per xU3O8. Ogni token rappresenta la proprietà di uranio fisico conservato presso strutture gestite da Cameco, uno dei maggiori fornitori di uranio al mondo.
Inoltre, per garantire che tutte le attività di stoccaggio siano gestite in modo regolamentato, Cameco ha stretto una collaborazione con Curzon Uranium (una società globale di trading di uranio) e Archax (il primo fornitore di servizi crypto registrato nel Regno Unito).
Dall'esterno, si può vedere che il contesto più ampio che circonda questo lancio testimonia una trasformazione in atto nel mercato globale delle commodity. La tokenizzazione, in particolare, è emersa come uno strumento potente per abbattere le barriere che storicamente hanno escluso gli investitori retail e le istituzioni più piccole dai metalli preziosi.
Per contestualizzare, prima della tokenizzazione, entrare nel mercato dell'uranio significava affrontare ostacoli formidabili, tra cui l'acquisto di lotti minimi superiori a 50.000 libbre, con costi di ingresso a partire da diversi milioni di dollari. Portando la proprietà frazionata nel settore, Uranium.io ha effettivamente ridotto questi requisiti di acquisto a soli $10.
Sondaggi recenti hanno inoltre mostrato che il 97 percento degli investitori istituzionali sarebbe disposto a investire nel mercato, ma non lo ha fatto a causa delle difficoltà di accesso. A riguardo, Dan Zajac, responsabile dello sviluppo commerciale di Oku, ha osservato:
“Per gli utenti, xU308 offre un modo più semplice per accedere agli investimenti in uranio tokenizzato e alla gestione della liquidità, sottolineando la nostra continua espansione verso asset del mondo reale, portando la DeFi oltre la mera garanzia digitale.”
Attualmente, il mercato dell'uranio si trova a un importante bivio, con una produzione che ha raggiunto 155 milioni di libbre mentre la domanda si attesta a circa 197 milioni di libbre. Questo divario del 27 percento, infatti, persiste da oltre un decennio, con il deficit coperto tramite prelievi e fonti secondarie, inclusi materiali riciclati e uranio militare accumulato.
Tuttavia, poiché queste scorte continuano a diminuire, lo squilibrio strutturale tra domanda e offerta sta diventando sempre più acuto. È per questo motivo che grandi aziende tecnologiche (come Microsoft, Google e Amazon) hanno iniziato a impegnarsi nell'energia nucleare come principale fonte di elettricità, soprattutto per le loro crescenti operazioni di data center/AI.
Anche Morpho apporta un contributo significativo in questo ambito, poiché solo negli ultimi anni è diventato uno dei più grandi protocolli di lending DeFi sul mercato, gestendo oltre 10 billions di dollari in depositi e mantenendo un TVL di 7.52 billions. Pertanto, la sua integrazione con Uranium.io promette di introdurre una nuova fiducia nel fatto che anche le commodity tokenizzate possano essere una categoria valida per l'uso nella DeFi.
Per mezzo secolo, investitori retail, family office e fondi di investimento di medie dimensioni sono rimasti esclusi dal mercato dell'Uranio, indipendentemente dalla loro convinzione strategica riguardo al suo ruolo nei mercati energetici globali. E, sebbene la tokenizzazione non risolva tutte le sfide di mercato che circondano il metallo, attenua i costi di stoccaggio, le considerazioni di custodia e le complessità normative.
Quando 1.000 investitori retail detengono ciascuno $100 di uranio tokenizzato, i costi di stoccaggio e amministrazione ($110 all'anno alle tariffe dichiarate) possono essere distribuiti tra quei mille partecipanti, rendendo i costi per investitore trascurabili rispetto alla proprietà tradizionale, dove i costi fissi gravano sui singoli partecipanti.
